Anagrafe dei conti correnti in campo amministrativo


Spesso si sente parlare di anagrafe dei conti correnti e di controlli incrociati sui conti correnti, messi in atto per combattere l'evasione fiscale che, in Italia, ha purtroppo assunto dimensioni gigantesche, alimentando quell'idea di illecito e di malaffare che tanto spopola all'estero.

Si parla oggi, senza mezzi termini, di superanagrafe fiscale, con riferimento alla mole di dati bancari a cui hanno accesso l'Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza, informazioni che riguardano, in particolare, i conti correnti e i conti deposito, ma anche le cassette di sicurezza, l'oro e i preziosi, insomma tutto ciò che costituisce ricchezza per un individuo.

Inutile nascondere i problemi di privacy, con relative polemiche, sottesi ad un tale strumento, così invasivo e sistematico nel suo funzionamento, ma non si può negare che oggi sia necessario ostacolare l'evasione fiscale in tutti i modi possibili, sempre nel rispetto della legge vigente.

L'anagrafe dei conti correnti, o meglio l'anagrafe tributaria, che in realtà non considera soltanto i conti correnti, rappresenta insomma un ottimo strumento nelle mani del Fisco per stanare gli evasori fiscali e mettere un freno allo stato d'essere in materia; secondo una certa dottrina può rappresentare, però, anche un importante sussidio per la risoluzione delle dispute civili, ricorrendo ad un accertamento di tipo amministrativo, ossia può essere utilizzata durante lo svolgimento di cause quali quelle per i divorzi.

Grazie ad una sentenza del Consiglio di Stato, che rappresenta il massimo organo decisionale nell'ambito della giustizia riguardante la pubblica amministrazione, infatti, ha avuto origine un precedente, come spesso accade quando organi istituzionali si esprimono in certi termini, si è aperto un varco nella direzione del possibile accertamento, da parte dei comuni cittadini, della situazione finanziaria di altri cittadini tramite consultazione dell'anagrafe tributaria, avendone però, ovviamente, diritto e quindi solo in alcuni casi.

Precisamente, in una causa di separazione, uno dei due coniugi è ricorso all'interrogazione dell'anagrafe tributaria al fine di determinare con precisione gli averi del partner e stabilire così sia l'entità degli alimenti da corrispondergli, sia la natura della tutela dei figli minorenni anche in funzione degli averi di ciascun genitore. In un caso come questo non vi è dubbio sulla fondatezza dell'analisi condotta attraverso l'anagrafe dei conti correnti e di tutti gli altri averi bancari e finanziari.

Può dunque essere utilizzata l'anagrafe dei conti correnti in campo amministrativo dai comuni cittadini se le circostanze lo permettono, basandosi su un reale, oggettivo, provato stato di necessità che una parte in causa potrebbe addurre per conoscere dati che, altrimenti, sono considerati talmente sensibili da potere essere consultati soltanto dalla Guardia di Finanza e dall'Agenzia delle Entrate per contrastare la piaga dell'evasione fiscale.

Qualora, quindi, si rientri nei casi di necessità di conoscenza dei dati dell'anagrafe, quale quello dettato dal conseguimento del benessere di una famiglia in cui siano coinvolti anche bambini di minore età, questa servirà per aiutare i comuni cittadini, e tale utilizzo trasversale dovrebbe rendere meno indigesto questo strumento di indagine, molto spesso considerato dall'opinione pubblica eccessivamente invasivo e deleterio della privacy dei contribuenti.

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