Conti correnti esteri


I conti correnti esteri sono spesso oggetto di interesse da parte degli Italiani, vuoi per quella idea perpetuata per anni secondo cui sono più sicuri e garantisti di anonimato per il cliente, vuoi per la speranza di potere ottenere, grazie ad essi, tassi di interesse migliori rispetto a quelli ottenibili con un conto corrente nostrano o, se non altro, maggiori tutela e riservatezza.

A volte, effettivamente, è conveniente aprire un conto corrente all'estero, perché è davvero possibile usufruire di banche straniere che offrono conti contraddistinti da migliori servizi, da minori spese, da migliori tassi di interesse, da maggiore sicurezza, da maggiore riservatezza e da maggiore tutela, ma il tutto va ponderato bene, anche alla luce degli adempimenti necessari per aprire legalmente conti di questo tipo.

Riguardo all'accezione di conti correnti esteri, innanzitutto si dovrebbe tenere conto del fatto che, così come molte banche straniere hanno filiali in Italia, vi sono banche italiane che hanno filiali all'estero e quindi, se per le ragioni più svariate si è domiciliati o residenti all'estero, volendo, si può aprire un conto corrente di una banca la cui casa madre è l'Italia, sfruttando così un conto estero che ha solide radici nel nostro Paese.

Un conto corrente estero vero e proprio è quello che si apre all'estero presso una banca propriamente estera; è in questo tipo di conto che, spesso, si ripongono speranze e si partoriscono teorie ottimistiche, a volte basate su circostanze e politiche bancarie davvero verificatesi in passato. Oggi è risaputo che il leggendario anonimato bancario svizzero non è più tale, come è risaputo che i tassi di interesse offerti al di fuori dei nostri confini nazionali non sono poi così più alti di quelli offerti in patria. Anzi. Eppure la fiducia degli Italiani verso le banche estere continua ad essere piuttosto alta, soprattutto oggi che i confini territoriali sono diventati evanescenti grazie ad Internet e alla delocalizzazione delle banche online che consentono di utilizzare un conto su Internet da qualunque parte del mondo.

Resta il fatto che per chi si dovesse stabilire all'estero per lunghi periodi può essere molto comodo, se non addirittura necessario, aprire un conto corrente in loco, soprattutto se lo si fa per lavoro e quando si ha l'esigenza di accreditare lo stipendio, magari con valuta locale diversa dall'Euro; l'onere da cambio di valuta con sovrapprezzo può infatti presentarsi con il conto corrente di alcune banche e andrebbe quindi considerato in fase decisionale.

Un vantaggio di aprire un conto corrente all'estero è quello di svincolarsi dalle banche italiane in eventuali frangenti di crisi bancaria che interessi particolarmente l'Italia; potrebbe cioè accadere che non ci si fidi più delle banche italiane, che si percepisca una certa aria di crisi in grado di dar vita a forte insicurezza e, in questi termini, può essere utile aprire un conto corrente presso una banca straniera. C'è comunque da dire che, agli occhi stranieri, il sistema bancario italiano appare come uno dei più solidi d'Europa.

Dal punto di vista della liceità dell'operazione, è perfettamente legale aprire un conto corrente estero mantenendo residenza e domicilio in Italia, purché lo si faccia in trasparenza, senza sotterfugi, dichiarando tutto il dovuto all'Agenzia delle Entrate. L'apertura di un conto corrente estero obbliga l'intestatario a compilare il quadro RW della sua dichiarazione dei redditi, nel caso in cui tale conto fosse soggetto ad una giacenza o ad una movimentazione annuale di almeno 15.000 euro. E' essenziale operare in questo modo per non essere presi di mira come potenziali evasori o comunque come soggetti che trasferiscono illegalmente fondi all'estero per sfuggire al Fisco italiano.

C'è comunque da dire che in alcuni Paesi, se si espande la propria visuale al mondo intero, non è proprio possibile divenire titolari di un conto corrente a pieno titolo mantenendo la residenza in Italia, ma del resto è anche importante selezionare molto attentamente innanzitutto gli Stati all'interno dei quali cercare banche straniere che potrebbero fare al caso proprio, senza sforzarsi troppo di aprire a tutti i costi conti correnti la cui apertura è attorniata da difficoltà, anche considrando la mole di conti correnti di facile apertura tra cui scegliere.

Anche nel caso in cui si abbia residenza all'estero, aprire un conto corrente estero è piuttosto semplice, soprattutto in area UE, al pari dell'aprire un conto corrente in Italia, e per farlo occorrono un documento di identità valido, quale la carta d'identità o il passaporto, ed altra documentazione che può variare in funzione dello Stato e della banca; è molto probabile che alcune banche richiedano copia di una busta paga per garanzia, se si è lavoratori dipendenti. Meglio quindi concentrarsi sugli Istituti di credito che operano nella Comunità Europea, che devono sottostare al regolamento europeo che ha introdotto norme rigide per dare ai clienti delle banche le massime tutele possibili. In questo contesto, con un conto corrente online aperto presso una banca estera si godrebbe delle medesime garanzie ottenibili aprendo un conto corrente presso una agenzia sul territorio.

Si può aprire un conto corrente anche in valuta diversa dall'Euro, ad esempio in dollari americani e, in tal caso, vi è il rischio di dovere pagare una commissione di conversione, per il cambio, oltre a dovere considerare il tasso di cambio tra le due valute, e questo potrebbe far propendere verso un conto piuttosto che un altro. Il tasso di cambio in sé, oscillando nel tempo, potrebbe portare ad una spiacevole circostanza in cui il proprio denaro in una certa valuta straniera che un giorno aveva un riscontro in una certa cifra in Euro, un altro giorno può avere un riscontro in Euro inferiore; ma potrebbe anche verificarsi il contrario, con un guadagno per un tasso di cambio in Euro favorevole.

Spesso e volentieri la convenienza nell'aprire un conto corrente estero in valuta diversa dall'Euro risiede nel riuscire a giocare con il tasso di cambio a proprio favore, cercando di prelevare il denaro in Euro quando il cambio è più favorevole, in vista dell'utilizzo del denaro in Italia o in un altro Paese della Comunità Europea. In tal modo, ammettendo che il mercato delle valute consenta di mettere in atto una idea favorevole del genere, si potrà ottenere un vero e proprio rendimento dal proprio denaro, soprattutto se il conto in questione già di per sé è soggetto a remunerazione con un tasso di interesse non nullo.

Riguardo al Fisco, le persone fisiche aventi residenza in Italia che detengono conti correnti all'estero, o anche prodotti finanziari o libretti di risparmio, devono versare un'imposta sul loro valore, l'Ivafe, così come stabilito dalla legge n. 161 del 30 ottobre 2014, che recepisce la legge europea 2013-bis, di importo annuo pari a 34,20 euro per i conti correnti con giacenza media annua superiore a 5.000 euro, e pari allo 0,20%, ossia al 2 per mille, per i prodotti finanziari. Oltre a tale imposta si dovrà considerare la tassazione sugli interessi, al pari che si aprisse un conto corrente in Italia, cioè una ritenuta fiscale attualmente pari al 26%.

La banche estere, dal conto loro, devono sempre comunicare alle loro Autorità centrali i nominativi di soggetti esteri che aprano un conto corrente presso di loro, che poi, in funzione dello Stato estero, potranno essere o meno comunicati automaticamente allo Stato di residenza di tali correntisti.

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Tag: conto,   corrente,   aprire,   cambio,   estero,   euro,   residenza,   tasso,   interesse

Temi: ritenuta fiscale,   sistema bancario,   regolamento europeo,   valuta locale,   importo annuo

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