Le banche italiane più sicure


Quello della sicurezza delle banche è un tema molto sentito dai risparmiatori di tutto il mondo, poiché è proprio nelle banche che vengono in genere depositati i risparmi di una vita e che viene vincolato del denaro per un certo periodo di tempo al fine di trarne un rendimento.

I conti correnti e i conti deposito sono alcuni dei prodotti bancari più utilizzati dai consumatoti e, già da soli, fanno ben comprendere quanto delicato sia il ruolo di una banca in termini di responsabilità verso la clientela. Se una banca non sa custodire gli averi dei suoi clienti come si deve, mostrando solidità e garantendo concreta sicurezza, non potrà di certo infondere fiducia per gli investimenti che propone che, spesso e volentieri, non sono nemmeno a capitale garantito.

E' importante, quindi, sapere quali siano le banche italiane più sicure, in modo da affidarvi i propri risparmi puntando sulla solidità e sulla serietà, tenendosi lontani dallo spettro di salvataggi e fallimenti. Data la crisi incalzante, gli Italiani vogliono informarsi a dovere per sapere su quali Istituti puntare, per ridurre al massimo le brutte sorprese, soprattutto in un periodo in cui i crediti deteriorati che parecchi Istituti, anche molto grandi, hanno in portafoglio, la fanno da padrone, minando la solidità patrimoniale dei soggetti coinvolti.

Esistono delle classifiche delle banche italiane più sicure, stilate da grandi soggetti ritenibili molto affidabili, quali la BCE e l'Università Bocconi di Milano. I parametri obiettivi che vengono presi in considerazione per ogni classifica sono tanti e contemplano, ad esempio, il rating rilasciato da apposite agenzie di rating e il coefficiente Common Equity Tier 1, spesso abbreviato in CET1, da cui discende il CET1 ratio.

Al di là di tutte le valutazioni che si possono fare, comunque, è bene ricordare che la sicurezza assoluta in campo bancario non esiste e che quindi anche le banche ritenibili più solide e sicure potrebbero teoricamente andare in default. Su giornali, telegiornali ed Internet, tanto si è detto e si è discusso sui recenti fallimenti bancari e l'introduzione del meccanismo del bail-in, oggetto di un'infinità di polemiche, ha fatto la sua parte per scoraggiare i notoriamente cauti correntisti italiani che pretendono innanzitutto chiarezza.

Le banche italiane più sicure secondo la Bocconi


Da un'analisi di fine 2015 condotta dalla Bocconi di Milano sui 20 più grandi gruppi bancari italiani, le banche italiane più sicure sono le seguenti, sulla base di ben sette diversi indici, uno dei quali è proprio il su citato Common Equity Tier 1:

1. Intesa Sanpaolo;
2. Ubi Banca;
3. Banco Popolare;
4. Credem;
5. BPM (Banca Popolare di Milano);
6. MPS (Monte dei Paschi di Siena);
7. BPER Banca (Banca Popolare dell'Emilia Romagna);
8. Credito Valtellinese;
9. Banca Carige;
10. UniCredit.

Va notato che il Banco Popolare e la BPM, ossia la Banca Popolare di Milano, si sono fuse l'01/01/2017 dando vita al Banco BPM. Nel dettaglio, gli analisti della Bocconi hanno considerato sette indici: i tre indici CET1, Tier 1 e Total Capital Ratio, che riguardano la patrimonializzazione, un indice relativo alla redditività sul totale attivo, un indice relativo all'andamento della Borsa nell'anno 2015 e due indici ISC, ossia due indicatori sintetici di costo che esprimono i costi associati all'apertura, alla gestione e all'utilizzo dei conti correnti.

Le banche italiane più sicure secondo la BCE


Da un'analisi condotta dalla BCE a seguito di uno stress test dell'estate del 2016, considerando i dati di bilancio delle più grandi banche italiane per capitalizzazione, le banche italiane più sicure sono le seguenti, sulla base dell'indice CET1 e dell'indice CET1 ratio, che esprimono la loro solidità patrimoniale in relazione ai rischi:

1. Intesa Sanpaolo, con CET1 del 12,8%, mentre era richiesto almeno il 7,25%;
2. UniCredit, con CET1 dell'11%, mentre era richiesto almeno l'8,75%;
3. UBI Banca, con CET1 dell'11,68%, mentre era richiesto almeno il 7,5%;
4. Credem, con CET1 del 13,51%, mentre era richiesto almeno il 6,75%;
5. BPER Banca, con CET1 del 14,47%, mentre era richiesto almeno il 7,25%;

L'analisi è stata condotta dagli ispettori della Vigilanza della Banca Centrale Europea applicando il processo SREP, acronimo di Supervisory Review and Evaluation Process, e consiste in un'analisi dei rischi rilevanti a cui le banche possono essere soggette e delle misure messe in atto per tenerli sotto controllo. Il CET1 minimo stabilito dalla BCE riguarda un certo periodo di tempo e pertanto il tutto è da vedere in un'ottica di raggiungimento di un risultato in modo incrementale, con obiettivi via via più alti.

Le banche italiane più sicure in generale


Dati puntuali da analisi periodiche a parte, per avere buone chances di individuare le banche italiane più sicure si può iniziare a valutare le banche più popolari che, non è detto siano le migliori, ma di certo sono quelle su cui sono puntati tutti i riflettori, tra cui quelli della BCE, della Banca d'Italia e dei mass media. Per queste e per tutte le altre banche occorre leggere attentamente i fogli informativi e tutti i punti dei contratti che si potrebbero sottoscrivere, senza fidarsi troppo delle condizioni esposte a voce da qualche dipendente delle banche o da qualche amico; la carta scritta resta, mentre le chiacchiere svaniscono.

Un vantaggio dell'affidarsi in prima battuta alle banche più popolari è anche quello di poter contare sulla vigilanza da parte di svariati intermediari finanziari, di grandi azionisti di maggioranza, di grandi fondi di investimento, che hanno un interesse personale a che le cose procedano per il meglio tra le mura delle banche, dove, al contrario, ombre di crisi e di default li chiamerebbero in causa in prima persona nei termini del su citato bail-in.

In seconda battuta, può essere utile tenere sotto controllo i titoli azionari delle banche quotate in Borsa, in genere le più grandi e popolari, che sono così anche sotto la vigilanza della Consob. Comparare l'andamento del titolo azionario di una certa banca con quello di settore può far capire lo stato di salute di un Istituto, sulla base del principio che l'andamento del mercato azionario fornisce una indicazione sulla bontà o meno dell'Istituto mediante il prezzo delle relative azioni. Chiaramente, anche e soprattutto in questo caso, vista la votilità dei mercati e i repentini cambi di rotta, nonché l'azione favoritrice di profitti del Quantitative Easing, grazie a cui la BCE acquista massivamente i titoli di Stato detenuti dalle banche, il dato osservato è insufficiente, da solo, a presentare scenari molto attendibili, tantomeno certezze.

In questo quadro andrebbe anche capito, grazie alla vigilanza dei soggetti preposti, in primis la Banca d'Italia e la BCE, l'entità dei crediti deteriorati che costituiscono una spina nel fianco delle banche, un'informazione fondamentale da conoscere quando si studia l'entità patrimoniale di un Istituto nel suo insieme, senza dimenticare il livello di sofferenza discendente da crediti senza copertura. Chiaramente, più gli accantonamenti su crediti deteriorati sono alti, maggiore è il rischio in ambito patrimoniale.

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Tag: banca,   popolare,   patrimoniale,   vigilanza,   sicurezza,   condotta,   periodo,   banco,   base

Temi: banca centrale,   mercato azionario,   solidità patrimoniale,   indice relativo,   campo bancario

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