CIV: Commissione di Istruttoria Veloce


La CIV, acronimo di Commissione di Istruttoria Veloce, è una commissione a carico del cliente di una banca, che è stata introdotta per rimpiazzare la commissione di massimo scoperto al fine di semplificare il meccanismo di addebito per sforamento delle disponibilità su un conto corrente.

In sostanza, quando si va in rosso con il proprio conto possono scattare delle commissioni a carico dei clienti, di entità tale da superare addirittura i 50 euro al giorno; vi sono però delle condizioni affinché la banca possa pretendere di applicare tali commissioni, quindi fortunatamente andare in rosso non porta sempre ai fastidiosi addebiti.

La CIV è stata introdotta per semplificare la vita ai correntisti, agendo sulle voci di commissione che spesso le banche applicavano sui conti in rosso in maniera un po' artificiosa e di difficile comprensione.

Secondo un'analisi da parte dell'Università Bocconi di Milano, però, le banche operanti in Italia hanno pian piano aumentato, nel corso degli anni, le commissioni a carico dei clienti che sforano con i loro conti correnti, aggravando così lo stato di sfiducia in essere nei confronti delle banche.

L'analisi, pubblicata dal Corriere della Sera, che l'ha commissionata, rivela che una banca può far pagare mediamente 33 euro di commissione, ma talvolta anche più di 50 euro, per il fatto di avere sforato, un certo giorno, con il proprio conto oltre un certo limite prefissato; non va infatti dimenticato che, in funzione del contratto bancario sottoscritto, è possibile per un cliente sforare fino a un certo punto, sfruttando un eventuale fido senza generare penali esose.

Vi sono anche delle altre importanti condizioni che una banca deve rispettare per potere applicare lecitamente la Commissione di Istruttoria Veloce; il cliente deve andare in rosso sforando di almeno 500 euro l'eventuale fido concesso dall'Istituto, oppure, se questa condizione non è verificata nemmeno per un giorno, deve andare in rosso sforando per un tempo sufficientemente lungo, stabilito in almeno una settimana.

L'ABI si difende dalle polemiche sorte per questo costo a carico dei consumatori sostenendo che l'aumento delle commissioni è dovuto al fatto che le banche si rifanno sui clienti del rincaro di spesa delle loro funzioni operative, nonché dell'aumento dei loro costi gestionali. Fatto sta che la CIV impone dei limiti che possono essere fastidiosi per i consumatori, ma che possono anche costituire dei validi paletti per disincentivare l'acquisizione di un credito in una forma di questo tipo, senza dubbio non convenzionale e non appropriata.

Chi avesse bisogno di denaro, insomma, dovrebbe evitare di andare a saldo negativo con il proprio conto, e dovrebbe ricorrere alle forme tradizionali di prestito e finanziamento, o a un mutuo, se il denaro servisse per l'acquisto di un immobile; solo così si potranno pagare interessi più bassi sulla parte di denaro messa a disposizione dalla banca, poiché la CIV costituisce un costo ben superiore a quello da affrontare per rimborsare un prestito, un finanziamento o un mutuo tradizionale con l'aggravio di spesa degli interessi a favore dell'Istituto.

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