Il rischio ridotto dei conti deposito


Chi ha investito del denaro o si accinge a farlo sa, o meglio dovrebbe sapere, che nessuno strumento di investimento è esente da rischi in quanto la natura stessa dell'atto di privarsi di un certo capitale per destinarlo ad un altro soggetto, quale una banca, non può essere matematicamente esente da rischi.

Il concetto di base è che dare i propri soldi a qualcun altro è sempre rischioso, anche nei casi in cui chi riceve il denaro sia considerato serio, affidabile, solido ed onesto; non sempre, infatti, la buona nomea di un Istituto e le buone intenzioni e la fiducia di un risparmiatore bastano a dar vita ad una transazione esente da rischi.

La prudenza, insomma, non è mai troppa e questo vale anche per i conti deposito, considerabili oggetto di investimento sicuro entro i limiti imposti dal naturale svolgersi degli eventi che, a volte, possono essere nefasti. Al di là del rischio mai azzerabile, essi risultano però tra le forme di investimento più sicure in assoluto e anche tra i prodotti finanziari più facili da liquidare all'occorrenza, per rivenire velocemente in possesso del proprio denaro in caso di emergenze.

A sostenere questo concetto di cautela vi sono diverse indagini commissionate dalla Consob, che rivelano appunto l'attenzione degli Italiani nell'investire i propri risparmi mantenendosi il più possibile entro i confini della sicurezza, ed emerge che soltanto il 20% degli investitori ha sottoscritto un prodotto finanziario considerabile rischioso, ad esempio rivolgendosi al mercato azionario e obbligazionario.

Il rischio ridotto dei conti deposito è comunque uno dei motori che hanno dato una spinta a questo strumento di investimento nel corso degli anni; rispetto alle azioni, ad esempio, è abissale la differenza di rischio tra i due strumenti, e così si spiega la propensione degli Italiani ad investire nel modo semplice e sicuro del conto deposito a dispetto del fatto che i tassi di interesse offerti dalle banche sono andati diminuendo drasticamente negli ultimi anni.

Anche se i tempi in cui si poteva tranquillamente percepire un buon 4% annuo lordo come tasso di interesse per un conto deposito vincolato sono ormai andati, un tasso che sfiora il 2% annuo lordo è ancora ottenibile a determinate condizioni, e questo, unito al ridotto rischio, fa sì che i conti deposito continuino ad essere sulla cresta dell'onda.

Insomma, a causa anche della crisi dell'ultimo periodo, il risparmiatore italiano, in particolare, preferisce tenere al sicuro i propri risparmi e, se non può farlo con l'aneddotico materasso, è normale che si rivolga ad uno strumento bancario liquido quale il conto deposito, o anche al conto corrente, purtroppo raro oggigiorno, che elargisca tassi di interesse a favore del cliente.

Che il rischio dei conti deposito sia estremamente ridotto lo si deduce anche dal meccanismo di protezione che li riguarda, basato sull'istituzione del FITD e dell'FGD, e in generale sui fondi di garanzia per i depositi, che, in caso di default bancario, interverrebbero, come previsto dalla legge, per rimborsare ogni depositante di ogni banca fino ad un massimo di 100.000 euro.

Va da sé che per ridurre al massimo il rischio di questo strumento di investimento bisognerebbe investire al massimo 100.000 euro per banca, dividendo una eventuale somma più cospicua di cui si fosse in possesso in più tranche di al massimo 100.000 euro, ognuna da destinarsi ad una diversa banca.

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Tag: deposito,   rischio,   investimento,   banca,   strumento,   conto,   interesse,   esente,   ridotto

Temi: conto deposito,   strumento bancario,   mercato azionario,   investimento sicuro,   transazione esente

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